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Indicazioni per le autrici e gli autori

Vengono qui riportate le norme editoriali consigliate agli Autori per la redazione degli articoli.

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Scienza Express

INDICAZIONI PER AUTRICI E AUTORI

(aprile 2023)

  1. Figure
    Le figure di accompagnamento al testo vanno fornite in un file a parte, in formato .jpg o .png.
    All’interno del testo si possono inserire le figure oppure un rimando alle stesse (es. “Inserire qui Figura 1”), con l’indicazione di eventuali didascalie.
    È bene ricordare che, a parte rare eccezioni da concordare con l’editore, le figure saranno stampate in bianco e nero.
  2. Equazioni e formule matematiche
    Lavorando in Word, Pages o simili programmi di videoscrittura, è meglio inserire dove possibile le espressioni numeriche o letterali in riga, come testo. Le espressioni letterali, in particolare, vanno inserite utilizzando il corsivo.
    Per eventuali equazioni più complesse utilizzare l’opzione “Equazione” solo se strettamente necessario; questo per evitare che nella conversione del testo nell’impaginato si possano generare errori.
    Esempi: l’energia totale per ciascun urto è di (7+7) TeV = 14 TeV; il momento lineare, p, si trova con p = m × v.
  3. Linguaggio inclusivo
    In generale è meglio preferire termini neutri dal punto di vista del genere, rivolgendosi per esempio a “chi legge”, piuttosto che al “lettore”. Quando ciò non è possibile, e non si rischia di appesantire troppo il testo, affiancare i termini femminile e maschile. Esempi: le ricercatrici e i ricercatori del laboratorio; le studentesse e gli studenti di fisica.
    All’uso del termine “uomo” in senso lato preferire locuzioni o termini più inclusivi, come “essere umano”, “umanità”, “persona”. Esempi: parliamo del trasferimento di virus animali all’essere umano; un beneficio per l’umanità.
  4. Virgolette
    a) Si scrivono tra virgolette basse o caporali (« »):
    • le citazioni superiori alle 5 parole
    • i discorsi diretti

Il punto fermo va generalmente fuori dalle virgolette, anche se all’interno c’è già un punto interrogativo, esclamativo o i puntini di sospensione.
Si possono trovare le caporali tra i simboli in Word (Inserisci → Simbolo), oppure è possibile ottenerle digitando Alt+174 e Alt+175, tenendo sempre premuto il tasto Alt.

  • le parole usate in senso ironico o comunque prescindendo dal loro significato letterale.
    Esempio: i “poveri” statunitensi possiedono soltanto un’automobile ciascuno;
  • i termini che esprimono un concetto particolare (il concetto di “rinascita”, l’idea del
    “bello”);
  • le parole di uso comune alle quali si vuole dare una particolare enfasi;
  • le parole alle quali ci si riferisce in quanto tali. Esempio: nel brano compare due volte la
    parola “metamorfosi”;
  • le espressioni figurate o gergali (sciopero “a singhiozzo”).

Le virgolette alte vanno usate con la massima moderazione.
c) Per gli apici doppi e l’apice singolo (come apostrofo o elisione) utilizzare quelli tipografici e non
le stanghette dritte (“ ” e non ” “; ’ e non ‘).

5. Quotidiani, periodici, riviste scientifiche
All’interno del testo, le testate di quotidiani e periodici (si intendono come periodici anche le riviste scientifiche e specialistiche) vanno citate in modo differenziato:

  • le testate di quotidiani tra virgolette alte. Esempio: “La Repubblica”;
  • le testate di periodici e riviste scientifiche tra caporali. Esempi: «L’Espresso»; «Nature».

6. Corsivo
a) Si scrivono in corsivo:

  • i titoli di: libri, articoli di giornale e di rivista, brani poetici, racconti, opere d’arte, brani
    musicali, film, trasmissioni radiofoniche e televisive;
  • le parole e le frasi che si vogliono enfatizzare (da usare con la massima moderazione);
  • le parole o espressioni straniere o dialettali di uso non comune. Esempi: Weltanschauung,
    cherchez la femme; ma: film, festival, computer;
  • le denominazioni scientifiche delle scienze naturali;
  • in alcuni contesti particolari, termini tecnici o specialistici.
    b) Grassetto e sottolineato non si usano mai.

7. Trattini
Si utilizzano due tipi di trattini:

  • breve (-), per parole composte, parole doppie e per indicare “da-a” (es.: pp. 2-24);
  • lungo (—), per gli incisi.
    I trattini lunghi vanno preceduti e seguiti da uno spazio, i trattini brevi vanno attaccati alle parole.
    I trattini di congiunzione si usano il meno possibile, mai con la preposizione latina “ex” (ex
    presidente, ex voto), mentre “vice”, “capo”, “neo”, “filo”, “anti”, ecc. fanno corpo unico con la
    parola che segue.

8. Maiuscolo

a) Generalmente, quando l’iniziale maiuscola non è strettamente necessaria, si preferisce l’uso del minuscolo; nelle denominazioni l’aggettivo vuole la minuscola. Esempi: I fisici studiano questo effetto da molto tempo; i francesi sono famosi per questo motivo.

b) Evitare l’uso del maiuscolo per evidenziare le parole all’interno del testo.

c) I secoli, i decenni e gli anni si scrivono con l’iniziale maiuscola: l’Ottocento, gli anni Venti, il

Sessantotto.

9. Numeri
a) Si scrivono in lettere:

  • i secoli, i decenni, i periodi storici, ecc. (il Seicento; gli anni Trenta);
  • le grandi cifre approssimative (due miliardi);
  • le piccole quantità numeriche (i fattori da considerare sono quattro);
  • le grandezze accompagnate da unità di misura scritte per esteso (pesa quasi un quintale,
    dista circa quaranta chilometri).
    b) Si scrivono in numeri arabi:
  • le date, escludendo il “primo” del mese (il 15 aprile 1997; il primo agosto);
  • anni storici particolari per i quali si ammette la forma abbreviata con l’apostrofo (il ’48, il
    ’68);
  • le grandi quantità numeriche (1 234 000); si usa lo spazio separatore se il numero ha più
    di quattro cifre (2000; 20 000);
  • tutte le cifre accompagnate da unità di misura, che va posta sempre dopo il numero,
    preceduta da uno spazio e senza punto (3000 $; 1,3 kg; 57 cm);
  • l’età (ho 25 anni).
    c) Si scrivono in numeri romani senza circoletto a esponente (I sec. d.C., non I° sec. d.C.):
  • i secoli (il XIX secolo);
  • il numero preciso del volume di un’edizione. Esempio: C. DOSSI, op. cit., vol. I, p. 80;
  • i numeri che seguono nomi di re, imperatori, papi, ecc.

10. Abbreviazioni e sigle


a) Le abbreviazioni, a eccezione di ecc., a.C. e d.C., vanno usate il meno possibile (di solito solo all’interno di parentesi, nelle note e negli apparati bibliografici).
b) Sigle e acronimi vanno scritti in maiuscolo senza punti (USA, ONU, USL) o in tondo con iniziale maiuscola (Usa, Onu, Usl).
c) Abbreviazioni più frequenti: appendice/i app.; articolo/i art.; articolo citato art. cit. (in corsivo perché sostituisce il titolo cui fa riferimento); autori vari AA.VV.; capitolo/i cap.; circa ca.; citato/i cit.; confronta cfr.; eccetera ecc. (non etc. e preceduto da virgola); editore ed. (in nota e in bibliografia generalmente si omette); edizione/i ed.; edizione citata ed. cit.; edizione italiana ed. it.; esempio/i es.; et alii et al.; figura/e fig.; ibidem ibid. (è preferibile scritto per esteso); idem Id.; illustrazione ill.; libro/i l.; nota del curatore [N.d.C.]; nota dell’autore [N.d.A.]; nota del redattore [N.d.R.]; nota del traduttore [N.d.T.]; numero/i n. (e non n°); opera citata op. cit. (in corsivo perché sostituisce il titolo cui fa riferimento); pagina/e p./pp.; paragrafo/i par.; secolo/i sec.; seguente/i s./ss.; sezione/i sez.; tabella/e tab.; traduzione trad.; traduzione italiana trad. it.; traduzione letterale trad. lett.; vedi v.; volume/i vol.

11. Note


a) Il rimando di nota va scritto con numero in apice senza parentesi; precede il punto, la virgola, i
due punti, il punto e virgola, il punto esclamativo, il punto interrogativo; segue le parentesi, i
trattini e le virgolette.
b) Si mette il punto alla fine di ogni nota.
c) Citando un’opera in nota si forniscono i dati bibliografici completi solo la prima volta, mentre
per i successivi si usano le abbreviazioni.
La citazione si fa nel modo seguente, usando la virgola come separatore: nome puntato e
cognome (con nome doppio tra le due iniziali non si mette lo spazio), titolo completo dell’opera
in corsivo (punto come separatore fra titolo e sottotitolo); eventuale prefattore, curatore, traduttore; numero del volume; editore; luogo di edizione seguito dall’anno di pubblicazione senza separazione di virgola; pagina/e del brano citato.

  1. Esempio: R. Kaplan, Zero. Storia di una cifra, trad. di S. Galli e C. Capararo, Rizzoli, Milano 1999, pp. 97-129.
  2. d) Uso delle abbreviazioni per le citazioni in nota successive alla prima:
  • ivi: nel caso si faccia riferimento a un titolo citato nella nota precedente con la variante
    solo di alcuni elementi come pagina, volume, tomo;
  • ibidem (in corsivo): nel caso si faccia riferimento al titolo citato nella nota precedente,
    senza alcuna variazione;
  • op. cit. (in corsivo): nel caso si faccia riferimento a un titolo citato, ma non nella nota
    precedente, quando del suo autore è citato nel libro un solo titolo;
  • cit.: nel caso si faccia riferimento a un titolo citato, ma non nella nota precedente, quando
    del suo autore sono citati più titoli (in questo caso il titolo può essere abbreviato);
  • ID.: nel caso si tratti dello stesso autore della nota precedente ma di un’opera diversa.
  • Esempi:
  1. S. Penna, Poesie, Garzanti, Milano 1976, pp. 103-124.
  2. C. Dossi, La desinenza in A, a cura di D. Isella, Einaudi, Torino 1981, p. 34.
  3. ID., Note azzurre, a cura di D. Isella, Adelphi, Milano 1964, vol. II, p. 1145.
  4. Ivi, vol. I, p. 122.
  5. Ibid.
  6. ID., La desinenza, cit., p. 56.
  7. S. Penna, op. cit., p. 125.

12. Bibliografia
a) Se è prevista una bibliografia, le opere vanno indicate in ordine alfabetico per cognome
dell’autrice o autore principale.
La citazione si fa nel modo seguente, usando la virgola come separatore: cognome e nome
puntato (con nome doppio tra le due iniziali non si mette lo spazio), titolo completo dell’opera
in corsivo (punto come separatore fra titolo e sottotitolo); eventuale prefattore, curatore,
traduttore; numero del volume; editore; luogo di edizione seguito dall’anno di pubblicazione
senza separazione di virgola; eventuale pagina/e del brano citato (attenzione alle abbreviazioni:
pagina p., pagine pp.).
Esempi:
Kaplan R., Zero. Storia di una cifra, trad. di S. Galli e C. Capararo, Rizzoli, Milano 1999, pp. 97-
129.
Rossi L.E., Nicolai R., Lezioni di letteratura greca, Le Monnier Scuola, Milano 2012.
b) Nel caso sia prevista una bibliografia scientifica, in cui cioè vengono citati soltanto articoli
pubblicati su riviste scientifiche, è possibile utilizzare la modalità di citazione che generalemente
si usa in questi casi, ossia: nome puntato e cognome, titolo dell’articolo in corsivo, nome della
rivista scientifica in tondo e senza caporali, volume e numero dell’uscita, anno, pagine
(precedute da p. o pp.).

Esempio:
E.F. Wheelock, Interferon-Like Virus-Inhibitor Induced in Human Leukocytes by
Phytohemagglutinin
, Science, 149(3681), 1965, pp. 310-1.